L’hanami

Visciolo nero, 10 aprile 2023

Restami fioritura dei ciliegi di Biagio Marin (Grado, 1891 – 1985)

Restami, fioritura dei ciliegi,
che dà gioia novella ai cieli
e fa cantare gli uccelli
in cieli più leggeri.

I petali son ali
del fresco maestrale,
e tu perdi la sua festa
di te più nulla resta.

Restami, luminosa
ala leggera,
non calare a terra,
restami ariosa.

Melo agostana, 11 aprile 2024

È fiorito l’albero del cortile di Daria Menicanti (Piacenza, 1914 – Mozzate, 1995)
da Poesie per un passante (1978)

Una sfera
pallida e trasparente è caduta
sopra le braccia aperte
dell’albero in attesa.
Una sfera
di fiori brevi più bianchi dell’alba
s’è posata in cortile
tra vorticose pareti.
La sua presenza aerea
la sua improvvisa grazia da immortale
rende felice e disperato
chi la guarda

Nevicata di petali del melo cotogno, 11 aprile 2024

Canto trentesimo di Tonino Guerra (Santarcangelo di Romagna, 1920 – 2012)

Erano dieci giorni che stavamo chiusi al buio
distesi sui letti e senza dare un’occhiata fuori.
Parlavamo di tutto, dei cocomeri diventati ovali,
delle pesche piene d’acqua, delle rondini scomparse,
e della terra che diventa cenere
se non è mescolata al letame.
Sulle qualità del grano
siamo stati una notte a parlare,
specialmente del Mentana, che non si trova più
e che non si sdraiava neanche col vento
e invece c’è una razza lunga come la fame
che si butta subito a terra più delle puttane.

Insomma eravamo avviliti a pensare che il mondo
era sempre più brutto. Ma una mattina
abbiamo tirato fuori dai cassetti del comò
i due vestiti da festa che non mettevamo più da un pezzo.
La mia giacca e i miei calzoni stavano bene anche a lui
e la sua roba pareva fatta su misura per me.
Senza sapere dove andavamo, abbiamo aperto la porta
e proprio davanti a noi nel prato che confina
con la strada, c’erano i ciliegi in fiore
che facevano festa dentro quell’aria azzurra.
Allora io e mio fratello ci siamo fermati
impalati sullo scalino e senza dire una parola
ci siamo levati il cappello dalla testa.

Ciliegi in fiore, 10 aprile 2023

La fioritura di Marino Moretti (Cesenatico, 1885 – 1979)
da “Tutte le poesie”, Mondadori, Milano 1966

Scrissi una poesia
tutta di primavera,
piccoletta, leggera,
vibrante d’armonia.

Quando l’ebbi finita
sorrisi e la stracciai.
Di quella carta sai
feci una gran fiorita.

I pezzetti minuti
bianchi, cadder nell’orto
e non so che sconforto
ebbi per quei rifiuti.

Poi risi: ogni pezzetto
di carta era stellina,
fior di melo, pruina,
caduti a mio dispetto.

Tornai alla mia lieta
scrivania, rondinotto.
Sentii dire lì sotto:
«Lassù ci sta un poeta».

Melo cotogno e melo cocomerino del Pelingo, 7 aprile 2024

Da Las flores de Manuel María Flores (San Andrés Chalchicomula, 1840 – Ciudad del Mexico, 1885)

A Ramona

Las flores son un emblema
del mundo del sentimiento,
son álbum del pensamiento
en sus horas de ilusión;
son páginas en perfume
por dos almas descifradas,
son estrofas no cantadas
del poema del corazón.

En una flor sus recuerdos
el corazón atesora;
sobre sus pétalos llora
su soledad el dolor;
dulce enigma comprendido
tan sólo por los amores:
quien no comprende las flores
tampoco sabe de amor.

Dios a la mujer formando
completó su Paraíso;
tal vez con las flores quiso
completar a la mujer.
¡Qué bellas son en su frente!
¡Qué envidia dan en su seno!
¡Qué activo dulce veneno,
dan en ellas a beber!

Malo cotogno in fiore

Da I fiori di Manuel María Flores (San Andrés Chalchicomula, 1840 – Città del Messico, 1885)

A Ramona

I fiori sono un emblema
del mondo dei sentimenti,
sono un album del pensiero
nelle sue ore di illusione;
sono pagine di profumo
di due anime decifrate,
sono strofe non cantate
del poema del cuore.

In un fiore i suoi ricordi
il cuore ne fa tesoro;
Sui suoi petali piange
la sua solitudine il dolore;
dolce enigma compreso
soltanto dall’amore:
chi non capisce i fiori
non conosce nemmeno l’amore.

Dio che formò la donna
completò il suo Paradiso;
forse con i fiori ha voluto
completare la donna.
Come sono belli sulla sua fronte!
Come sono da invidiare nel suo seno!
Che dolce potente veleno !
danno da bere!

Sorbo in fiore

The Widow’s Lament in Springtime by William Carlos Williams (Rutherford, 1883 – 1963)

Sorrow is my own yard
where the new grass
flames as it has flamed
often before but not
with the cold fire
that closes round me this year.
Thirtyfive years
I lived with my husband.
The plumtree is white today
with masses of flowers.
Masses of flowers
load the cherry branches
and color some bushes
yellow and some red
but the grief in my heart
is stronger than they
for though they were my joy
formerly, today I notice them
and turn away forgetting.
Today my son told me
that in the meadows,
at the edge of the heavy woods
in the distance, he saw
trees of white flowers.
I feel that I would like
to go there
and fall into those flowers
and sink into the marsh near them.

Malo agostano e melo amaty 11 aprile 2024

Il lamento della vedova in primavera di William Carlos Williams (Rutherford, 1883 – 1963)

Il dolore è il mio cortile
dove l’erba nuova
brucia come ha bruciato
spesso in passato, ma non
con il fuoco freddo
che mi avvolge quest’anno.
Trentacinque anni
ho vissuto con mio marito.
Oggi il pruno è bianco
con masse di fiori.
Tantissimi fiori
caricano i rami del ciliegio
e colorano alcuni cespugli
giallo e alcuni di rosso
ma il dolore nel mio cuore
è più forte di loro
perché se erano la mia gioia
allora, oggi li noto
e mi allontano dimenticando.
Oggi mio figlio mi ha detto
che nei prati
ai margini del fitto bosco
in lontananza, ha visto
alberi dai fiori bianchi.
Sento che mi piacerebbe
andare lì
e cadere tra quei fiori
e sprofondare nella palude vicino a loro.

Pero del perdono in fiore, 10 aprile 2024

da Il lamento di Corinto di Lorenzo de’ Medici (Firenze, 1449 – Careggi, 1492)

L’altra mattina in un mio piccolo orto
andavo, e ’l sol surgente co’ sua rai
apparia non ch’ io ’l vedessi scorto.

Sonvi piantati drento alcun rosai,
a’ quai rivolsi le mia vaghe ciglie,
per quel che visto non avevo mai.

Eranvi rose candide e vermiglie:
alcuna a foglia a foglia al sol si spiega;
stretta prima, poi par s’apra e scompiglie:

altra giovanetta si dislega
a pena dalla boccia: eravi ancora
chi le sue chiuse foglie all’aer niega:

altra, cadendo, a piè il terreno infiora.
Così le vidi nascere e morire
e passar lor vaghezza in men d’un’ora.

Quando languenti e pallide vidi ire
le foglie a terra, allor mi venne a mente
che vana cosa è il giovenil fiorire.

Ogni arbore ha i sua fior: e immantenente
poi le tenere fronde al sol si spiegano,
quando rinnovellar l’aere si sente.

I picciol frutti ancor informi allegano;
che a poco a poco talor tanto ingrossano,
che pel gran peso i forti rami piegano,

né sanza gran periglio portar possano
il proprio peso; a pena regger sogliono
crescendo, ad or ad ora se l’addossano.

Viene l’autunno, e maturi si cogliono
i dolci pomi: e, passato il bel tempo,
di fior, di frutti e fronde alfin si spogliano.

Cogli la rosa, o ninfa, or che è il bel tempo.

Il Blumenstück (variamente tradotto: Pezzo dei fiori, o fiorito, ovvero Ai fiori) è un saggio di Lied, e anzi di Liederkreis, vale a dire un piccolo ciclo di canzoni eminentemente vocale. Sono cinque spunti, con un ritorno costante: in fondo, una derivazione dallo schema di rondò

Momento primaverile di Ada Negri (Lodi, 1870 – Milano, 1945)

Rosee nebbie di peschi, bianche trine
di mandorli negli orti;
e quel bianco e quel rosa è sì leggero,
sul fosco dei muretti
sbrecciati e il primo verzicar del grano,
che in cielo a un soffio dileguar potrebbe.
Ma calma è l’aria, del color di perla
che sol vedo nei sogni. E forse io sogno:
forse questo è il fantasma d’un’antica
primavera che vissi
quando, giovine pesco, anch’io con gli altri
fiorivo; e non ricordo
come fu, come fu ch’essa disparve.

Viscoli nani e viscioli neri 11 aprile 2024

Il pirastro fiorito di Rocco Scotellaro (Tricarico, 1923 – Portici, 1953)

Stanno alle case loro
tutte le amiche che vorrei
e io sto a casa mia
come un pirastro fiorito.
Sono scontento.
Stanotte mi addormento senza amore.

Qualche Haiku di Kobayashi Issa (1763 – 1828)

Mondo di sofferenza
eppure i ciliegi
sono in fiore.

“Preparati a morire”,
insegnano
i fiori di ciliegio.

Fiori di ciliegio
li ho aspettati e aspettati …
nella campagna.

Un vecchio albero
di ciliegio in fiore …
campana della sera.

Anche prima di fiorire
già seducono …
fiori di ciliegio.

Utagawa Hiroshige, Uccelli e fiori di ciliegi

La tradizione giapponese dell’hanami

Hanami (letteralmente “guardare i fiori”) è un termine giapponese che si riferisce alla tradizionale usanza di godere della bellezza della fioritura primaverile degli alberi. Si riferisce principalmente alla fioritura dei ciliegi giapponesi (in giapponese sakura), e quindi l’hanami è diventato sinonimo dell’ammirare il fiore di ciliegio. Il fiore del ciliegio, la sua delicatezza e brevità sono per i giapponesi il simbolo della fragilità, ma anche della rinascita, della bellezza dell’esistenza. L’arrivo della primavera rappresenta la rinascita della natura, ma la fioritura dei ciliegi dura pochi giorni quindi rappresenta la brevità della vita che va goduta in pieno, senza sprecarne neanche un momento.
Questa tradizione, antica più di un millennio, è ancora molto sentita in Giappone, tanto da provocare vere e proprie migrazioni di milioni di giapponesi dalle loro città verso le sessanta località più famose del paese. Si fanno addirittura le previsioni per la fioritura, come quelle meteorologiche, per sapere esattamente quando comincia e fino a quando dura. Lo spettacolo dei sakura in fiore occupa gran parte della primavera e va da inizio aprile (nel sud dell’isola di Honshū) fino a metà maggio (nella settentrionale Hokkaidō).
Tradizionalmente la festa consiste nell’ammirare la fioritura mentre si fa un sostanzioso picnic all’ombra dei sakura in fiore. L’hanami si svolge anche di notte, nel qual caso prende il nome di Yozakura (“ciliegio notturno”), per godere dei sakura illuminati appositamente con delle luci che ne esaltano la bellezza.
Ci sono molte varietà di questi alberi usati a scopo ornamentale, ma quelli più diffusi in assoluto in tutto il Giappone e con i quali principalmente si festeggia l’hanami sono prunus × yedoensis, comunemente noti con il nome somei-yoshino o yoshino.
In occasione dell’hanami vengono preparati cibi dedicati, ad esempio gli Hanami-Dango o i Sakura-Mochi, che è possibile trovare già pronti o farsi confezionare nei negozi o supermercati, insieme a bevande, dolci, gelati e altri alimenti al gusto dei fiori di sakura, a volte decorati con i fiori di sakura sotto sale, reperibili in commercio per aromatizzare bevande, tè, dolci e alimenti di vario genere.